Fino al 31 marzo il colore vivo e l’ironia mordace sono protagonisti alla Galleria Monteoliveto di “Graffiti urbani e sculture emozionali”, la doppia personale di due artiste molto particolari, la francese Denise Grisi e la danese SØs Beck (infoline 081 19569414 – www.galleriamonteoliveto.it – galleriamonteoliveto@gmail.com).
Un’invasione cromatica tendente al decadentismo, dalla forte componente pubblicitaria, irrompe con piacevole violenza sui “papiri giganti” che la Grisi impreziosisce di particolari graffiti: è la quotidianità urbana resa in modo distorto, deformato, come se l’ordine avesse lasciato il posto al caos.
L’inversione di tendenza, assolutamente normale, questa entropia costante, che sembra non conoscere fine, è il presente, un tempo che Denise Grisi fotografa con lucidissima obiettività: «le mie opere sono scatti di vissuto quotidiano, ciò che è all’ordine del giorno diventa visibile a tutti, in modo forse più chiaro e immediato.
È il muro che mi dice cosa disegnare, gli spazi da colmare mi appaiono, e sviluppo la forma in funzione dell’umore del momento. Ogni affresco, quindi, è creato partendo dalla singolarità del supporto».
Una soluzione alla dilagante miopia temporale che ha colpito il mondo e gli impedisce di vedere dove sta, e soprattutto dove sta andando.
Metonimia di una crisi morale e fisica dell’uomo di oggi, muro di un castello che sta andando in rovina e, inesorabilmente.
«La nostra indagine sugli artisti giovani continua -afferma Chantal Lora-, sono certa che sperimentare e offrire al pubblico linguaggi sempre diversi aiuti non solo la crescita culturale della nostra città, ma la fruizione dell’arte stessa».
E di arte si parla anche per SØs Beck, le sue sculture, tanto belle quanto inquietanti, offrono all’osservatore un biglietto di sola andata per il viaggio nel proprio inconscio: una natura di ricordi, sogni e déjà vu che disorienta e destabilizza, ma in modo piacevole, offre quello spaesamento che fa bene all’anima e stranamente distende.
«La mia produzione non è altro che un “banale” espediente per allontanare il disagio esistenziale -spiega l’artista-, a tal proposito scelgo forme bizzarre, che estrinsechino un malessere altrimenti endemico», infatti, vedere le sue realizzazioni polimorfe custodi di “reperti” di un mondo primitivo, infonde un ancestrale benessere di cui difficilmente si riesce a fare a meno.
Visitabile nello spazio di piazza Monteoliveto 11, l’evento espositivo rappresenta un’opportunità d’interazione con la propria coscienza, anche sociale.
Un’introspezione che alla luce del cinico presente risulta bagaglio indispensabile nel viaggio della vita.
Rosaria Morra
Lascia un commento