Fino all’8 luglio fotografia e pittura raccontano l’inquietudine contemporanea attraverso “Diario di un Incipit”, la collettiva di Beatrice Capone, Vincenzo Criscuolo, Anna Langone, Loris Lombardo, Tommaso Meles, Chiara Pepe, Ilaria Picarone, Ilaria Sagaria e Anna Maria Saviano, in mostra presso lo storico “Archivio fotografico Parisio” a cura di Salvatore Passeggio e Toty Ruggieri (infoline 0810320033 – www.archiviofotograficoparisio.it – info@archiviofotograficoparisio.it).
Artisti ancora alle prese con gli esami in Accademia si confrontano con chi, invece, ha il nome nell’elenco della Biennale di Venezia, in un interessante scambio formativo e concettuale di cui beneficia in primis l’osservatore.
È il pubblico, infatti, il fruitore principale delle opere in esposizione nello spazio raffinato ed elegante sotto il porticato di San Francesco di Paola, è il pubblico che può viaggiare senza tempo né spazio all’interno del meraviglioso mondo delle emozioni umane, dove la fragilità incontra l’euforia e la passione, e spesso diventa forza.
«Basta dire che i giovani sono il futuro, che il domani è nelle loro mani, che il mondo appartiene solo a loro, se poi nessuno dà loro modo di esprimersi. “Diario di un Incipit” è la testimonianza concreta di cosa significhi credere nei giovani, infatti, rappresenta una prestigiosa vetrina per mettere in mostra qualità e talento».
Così Passeggio, che ha curato la parte pittorica, descrive l’evento espositivo, destinato ad imporsi nell’agenda culturale partenopea per la ricchezza con cui racconta l’oggi, con le sue inquietudini e amarezze, ma anche con quella speranza innocente che solo i più giovani sanno covare.
Un excursus lunghissimo, che da Alice nel paese delle meraviglie, arriva ad una Euridice anni ’30, dopo aver attraversato piani modulari, Penelope Cruz, la claustrofobia e il voyeurismo, volti in disfacimento, future madri alle prese con la leggerezza interiore della loro condizione, volti come cammei, e indelebili cicatrici dell’anima; un biglietto staccato con l’incoscienza di chi vuole avventurarsi e al primo piano della struttura di piazza del Plebiscito trova un’oasi di pensiero e creatività.
«Fin dall’inizio abbiamo pensato ad una mostra armoniosa, dove si ritrovasse la continuità, e -spiega Ruggieri- dove l’osservatore fosse attratto in modo naturale, senza forzature da un particolare lavoro». L’esposizione rappresenta la più nitida fotografia del presente come lo vedono i giovani: sarebbe il caso che a visitarla fosse chi ha gettato le basi per un futuro buio, e chi si spende per renderlo radioso.
Rosaria Morra
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