Giardini del palazzo imperiale di Kyoto
Alzi la mano chi di voi non ha mai desiderato visitare il Giappone, perdersi fra maree di negozi “kawaii”, curiosare fra le mille cose strane vendute in negozi ancora piu’ strani, fare scorpacciate di sushi, ramen e quant’altro avete sempre visto mangiare agli eroi dei cartoni della vostra infanzia.
Io ho soddisfatto questo desiderio durante il viaggio di nozze, un mese in giro per il paese del sol levante da Tokyo a Kyoto passando per Hakone, poi Kobe e Osaka per poi toccare la remota ma servitissima isola di Okinawa.
Per parlare di tutto questo, di cosa c’è da vedere, da fare, a cosa prestare attenzione dovrei scrivere un articolo lunghissimo percio’ ho deciso di suddividere l’argomento in tappe: questa che state leggendo e le prossime che avrete modo di leggere nel corso dei prossimi mesi.
Questo articolo vuole dare una “visione d’insieme” del paese e delle abitudini oltre a una serie di informazioni pratiche per chi volesse organizzare un viaggio in Giappone: se avete un minimo di intraprendenza e di elasticita’ mentale vi consiglio di cuore di lasciar perdere i viaggi “tutto compreso con guida in italiano” offerti dalle agenzie e di prenotare e organizzare tutto da voi.
Certo ci vuole piu’ tempo, ci vuole organizzazione ma l’esperienza diretta di un viaggio in un paese come questo, senza filtri, merita la fatica (oltre ad offrirvi probabilmente occasioni di risparmio rispetto i prezzi d’agenzia).
La canzone dice che a Bologna non si perde neanche un bambino, essendo bolognese posso dirvi che è vero e che questo concetto è estensibile al Giappone tutto: la proverbiale gentilezza e disponibilita’ di questo popolo non sono un’invenzione e nemmeno un’esagerazione.
Questa cosa è pero’ un’arma a doppio taglio ed è la prima cosa che dovete imparare per evitare situazioni paradossali: la cortesia e l’aiuto del prossimo non sono solo dovute al buon cuore delle persone ma a una vera e propria convenzione sociale per cui non rispondervi una volta che avete chiesto qualcosa o rispondervi negativamente è considerato pessimo.
Per questo se l’arzilla vecchietta a passeggio o gli studenti usciti da scuola vi aiuteranno davvero col sorriso sulle labbra il manager o la segretaria che stanno correndo al lavoro cercheranno di sfuggirvi PRIMA se avete l’aria di voler chiedere qualcosa a volte fingendo di essere al telefono, a volte fingendo di non sentire, a volte letteralmente scappando.
Non dovete avervene a male, in Italia sarebbe bastato un “mi spiace non saprei” ma in Giappone è un’opzione non contemplata quindi chi rispondera’ al vostro appello fara’ di tutto per aiutarvi.
Questo tutto comprende: chiamare uno, due, cinque superiori in grado per dirimere la cosa (anche se si tratta di avere dell’acqua al posto del tè in un MacDonald iperaffollato), spiegarvi per filo e per segno come arrivare al punto panoramico segnato sulla cartina in giapponese pur essendo evidente che voi non capite, ripetendo il tutto anche tre o quattro volte, piu’ piano, a voce piu’ alta, coinvolgendo altri e non sganciandovi finchè non date segno di aver improvvisamente capito tutto, perdere il treno che va dall’aeroporto Narita a Tokyo citta’ per aiutare voi a capire cosa c’è scritto sul vostro biglietto nonostante voi insistiate pieni di imbarazzo e mortificazione perchè la persona prenda il suo treno com’è giusto che sia.
Quindi il primo consiglio valido è: chiedete informazioni possibilmente a chi vi da l’idea di non esser di fretta o molto impegnato, ve ne saranno grati.
Di queste persone sappiate da subito che solo una piccola minoranza parlano un inglese accettabile e umanamente comprensibile.
Probabilmente sara’ piu’ semplice trovare un anglofono a Tokyo che in paesi piu’ piccoli, io devo essere l’eccezione che conferma la regola dato che i migliori parlatori in inglese li ho trovati a Kobe ( tre ragazzi metallari divertentissimi) e a Motobu Town (la proprietaria di un locale) che vi assicuro non è esattamente una metropoli!
Armatevi di un frasario italiano giapponese e di tanta ironia e arriverete ovunque vorrete andare grazie alle perfette linee ferroviarie e di bus che servono tutto il paese spaccando non il minuto ma il secondo, senza parlare delle metropolitane cosi’ linde da non sembrare vere.
Tenete presente che spostarsi in treno è comodissimo ma anche molto costoso: per agevolare i turisti e i giapponesi residenti all’estero esiste il Japan Rail Pass un biglietto acquistabile solo FUORI DAL GIAPPONE che garantisce tarriffe ottime.
Ricordate di prenderlo prima di partire quindi!
Se volete godere appieno dell’atmosfera di questo paese invece di soggiornare in hotel conviene cercare nella zona di vostro interesse uno o piu’ ryokan ovvero locande tradizionali.
Futon pronti per la notte in un ryokan di Hakone
Dormirete su futon e condividerete i bagni con gli altri ospiti, laddove disponibili condividerete anche gli onsen ovvero i bagni termali.
Se l’idea di queste vasche d’acqua fumante è molto suggestiva sappiate che ci sono regole ben precise da rispettare: ci si immerge nudi e solo dopo essersi lavati accuratamente fuori.
I bagni sono divisi per uomini e donne ma in alcuni posti sono presenti onsen privati affittabili ad ore per potersi bagnare privatamente con chi si vuole, spesso i giapponesi li affittano in famiglia, la nudita’ non è un tabu’ ma preparatevi ad essere un po’ occhieggiati, come occidentali attirerete l’attenzione per le vostre differenti caratteristiche fisiche.
Le vasche sono piccole, molto piu’ piccole di quello che ci si potrebbe aspettare, sono fatte per starci a mollo fermi e non per nuotare o muoversi tanto del resto sfido chiunque voler nuotare in un’acqua a 40-42 C°.
E’ una temperatura per noi quasi insopportabile, tollerabile per poco se avete l’occasione di visitare gli onsen d’inverno, impensabile d’estate.
Mio marito in un private onsen ad Hakone (la foto senza marito non l’avevo!)
Se il ryokan dove soggiornate è “di lusso” e’ possibile che vi venga offerta la possibilita’ di mangiare un pasto kaiseki ovvero un susseguirsi di piccole portate di cucina tradizionale e di alta qualita’ arrangiate in maniera artistica e in armonia con la stagione e il luogo: non perdete questa occasione anche dovessere essere un po’ costosa, sara’ un’esperienza che vi rimarra’ nel cuore sia per la grazia e l’armonia con cui tutto viene servito sia per l’assaggio di cose davvero inusuali ma spesso deliziose.
Due esempi di cucina kaiseki, comprese tovagliette dipinte a mano ad acquerello.
Al di la’ di questo sfizio in Giappone troverete da mangiare ogni cosa a tutte le ore e se vi farete furbi abbastanza da vedere dove vanno a mangiare operai e impiegati della zona mangerete bene spendendo il giusto.
Se pensate di unire alla visita un soggiorno di mare sappiate che il rapporto dei giapponesi con questo elemento è particolarmente conflittuale.
Grandi pescatori e grandi mangiatori di pesce ignorano totalmente il concetto di vita da spiaggia; vuoi perchè non è tradizione vuoi perchè abbronzarsi è considerato appannaggio di giovani scapestrati e sovversivi il giapponese medio in spiaggia sta cosi’:
Vedrete inoltre intere famiglie arrivare in calzoncini e costume, stendere teli, piantare ombrelloni poi mettersi felpe a maniche lunghe per andare in mare e sbaraccare tutto dopo meno di mezz’ora.
Probabilmente vi verra’ vietato di nuotare a pancia sotto con una maschera e un boccaglio dai bagnini che pattugliano ogni centimetro di mare (delimitato da reti al cui interno non passa nemmeno un granchietto e dove si tocca ovunque) perchè non sapranno se siete vivi o se è solo il vostro cadavere trasportato dalla corrente.
Sei bagnini di cui uno su una sedia rialzata in mezzo all’acqua per 100 metri di spiaggia non si vedono tutti i giorni.
Del resto da noi un aitante ventenne circondato da belle ragazze si sparerebbe piuttosto che entrare in acqua con un maxisalvagente di Hello Kitty mentre li’ pare assolutamente comprensibile e saggio anche se l’acqua non supera il metro e venti.
Questo è solo un assaggio di quello che offre questo strano ma affascinante paese, nei prossimi articoli scendero’ nel dettaglio!
La Mora Romagnola
Lascia un commento