Non è detto che l’arte debba stare dietro la vetrina di un museo, sotto luci e riflettori.
A volte, a custodire delle opere, ci può pensare il mare. I musei subacquei superano i confini tradizionali, portando l’arte oltre l’atteso. Creatività, bizzarria e provocazione sono le parole chiave degli autori che hanno deciso di fare dei fondali marini i propri spazi espositivi.
Che voi siate esperti di immersioni o amanti dello snorkeling, questi musei sono perfetti per un’escursione nelle profondità marine!
MUSA – Museo subacqueo di arte
È questo il museo subacqueo più esteso, situato a largo del Messico tra Cancun, Isla Mujeres e Punta Nizuc. Voluto, nel 2009, dall’artista inglese Jason deCaires Taylor, conta 500 statue in un’area di oltre 400 metri quadrati. Ad esporre però sono anche gli artisti: Salinas Karen Martinez, Roberto Díaz Abramo, Rodrigo Quiñones Reyes, e Salvador Quiroz Ennis.
Si contano due gallerie, Salon Manchones e il Salon Nizuc, situate a profondità diverse e tutte visibili dagli appassionati di immersione. L’idea di creare questo museo subacqueo nasce dalla preoccupazione dell’artista per la distruzione delle barriere coralline.
La società, nelle sue abitudini, contraddizioni ed esagerazioni è rappresentata pienamente dalle statue iperrealistiche di Taylor.
Museo Atlantico
Altro lavoro di Taylor è quello che caratterizza il museo subacqueo nelle acque di Lazarote, per cui si contano 300 statue. Queste sono state create con un tipo di cemento Ph neutro, eco-sostenibile ed in grado di favorire lo sviluppo della vita marina. Anche qui, come nel MUSA, l’obiettivo è quello di fondere l’opera dell’uomo con quella naturale. I coralli così crescono su i profili delle statue, ne diventano parte integrante, in un equilibrio nuovo e vitale.
Tra le opere da ricordare: The Rubicon. 35 sculture che prendono le fattezze di uomini e donne che camminano, con lo sguardo fisso su smartphone e tablet, verso un muro. L’avviso è chiaro: la disattenzione verso i cambiamenti climatici e le loro conseguenze ci porteranno verso una strada senza via di fuga.
Un altro messaggio forte è quello mandato da The Raft of Lampedusa (La zattera di Lampedusa). Un gommone con 13 figure in attesa, è questo ciò che Taylor lascia ai nostri occhi. Richiamando un’opera di Géricault del 1818, l’artista inglese punta il dito sull’indifferenza della società contemporanea verso il prossimo.
Atlante dell’Oceano
Il peso dell’umanità è quello sorretto dalle esili spalle di una giovane ragazza realizzat,a in cemento e sabbia, sempre da Taylor. È sul fondale di New Providence, al largo di Nassau, nelle Bahamas, che prende vita l’ultimo dei musei subacquei.
A soli cinque metri di profondità, la statua inginocchiata diventa simbolo dello sforzo di ciascuno ma, forse, anche quello della natura. Lei, che resiste al peso dell’agire umano, con la sua costanza, schiacciata ma ancora carica di forza.
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